DAL VIETNAM ALL'ITALIA PER AIUTARE I BAMBINI DISABILI: Matteo Tricarico, oltre 15.000 chilometri in solitaria per raggiungere Manfredonia, il suo paese natale, partendo da Saigon in Vietnam Di Giacomo Savonitto 11/07/2011
Matteo
Tricarico ha cominciato il suo percorso professionale a Bruxelles nel
settore pubblico europeo ed ha poi proseguito in Inghilterra, prima di
trasferirsi in Egitto nel 2000. Qui ha gestito un'agenzia di promozione
turistica per quattro anni, durante i quali ha avuto modo di individuare
le cose che sono veramente importanti nella vita e di liberarsi “dalle
sovrastrutture del mondo moderno occidentale che, con il suo apparire
più che essere, ci vende per bisogni materiali primari beni che in
realtà non lo sono affatto”
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Dopo aver lasciato l'Egitto, Matteo ha trascorso qualche anno tra Laos, Cambogia e Vietnam, sempre lavorando nel settore del turismo. Nell'ottobre del 2009 Matteo si è poi imbarcato in un'avventura notevole: pedalare per oltre 15.000 chilometri in solitaria per raggiungere Manfredonia, il suo paese natale, partendo da Saigon in Vietnam. La finalità che ha spinto Matteo ad intraprendere questa avventura è quella di sensibilizzare ed informare l'opinione pubblica sulle problematiche dei bambini disabili, ai quali sta portando un aiuto concreto raccogliendo fondi con la sponsorizzazione del suo viaggio. Oltre a fermarsi in tutte le strutture per diversamente abili lungo il suo percorso, Matteo ha anche svolto attività di insegnamento a titolo volontario in alcune di queste e, nonostante il suo viaggio avrebbe dovuto durare solamente 8 mesi, è ormai trascorso più di un anno dalla sua partenza.

| Qualche tempo addietro, quando gli chiesero come mai il suo viaggio si fosse prolungato tanto, lui rispose così:
“Dopo dopo aver vissuto per 300 giorni così ramingo, trovo persino
difficile continuare a chiamarlo -viaggio-! In realtà, si è trasformata
in un’esperienza di esistenza nomade, quasi un vero e proprio modo di
vivere e non più semplicemente andare da un punto A ad un punto B, come
lo concepii un anno or sono.”
 Adesso di giorni ne sono passati quasi 500 e
Matteo è ancora in India e sta riorganizzando le sue prossime tappe,
dato che non gli è stato concesso di attraversare il Pakistan via terra
per motivi di sicurezza.
Potete seguire il diario di viaggio di questo intrepido ciclista su: www.travelforaid.com Di Giacomo Savonitto 11/07/2011 |
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